Nella settimana appena terminata sono stati
11 i nuovi casi di positività al SARS-CoV-2 (sequenza settimanale a ritroso: 11 9 6 15 17 8 13 10 27 29 22 17 16).
Da inizio pandemia i casi di contagio accertati sono
314 (al 23/01).
Questa la situazione dei concittadini in isolamento (quarantena) e ricoverati al 24/01 (tra parentesi la sequenza settimanale a ritroso):
- in isolamento per rientro dall’estero in attesa di essere sottoposti a tampone:
0 (0 6 3 5 2 3 11 10 26)
- in isolamento per tampone positivo:
18 (18 22 23 25 18 17 26 26 57)
- con tampone negativo ma in isolamento avendo avuto contatti stretti con positivi:
14 (14 13 5 15 14 18 31 29 29)
- ricoverati:
0 (0 0 3 5 1 4 4 3 5).
FONTE
Rimaniamo concentrati e seguiamo queste regole:
✔ rispettare il distanziamento sociale,
✔ indossare correttamente la mascherina,
✔ igienizzarsi spesso le mani,
✔ non toccarsi bocca e occhi,
✔ rispettare le disposizioni delle autorità,
✔ allontanarsi dalle zone affollate se si ha la percezione di essere a rischio o di mettere a rischio altre persone,
ricordandoci che
il virus cammina con le nostre gambe, e si propaga solo se i nostri comportamenti glielo permettono.
1) Ad oggi se due persone di uno stesso nucleo familiare, ad esempio marito e moglie, hanno residenze in comuni diversi per lavoro, opportunismo e simili, ognuno ha diritto all’esenzione IMU nel proprio comune di residenza per la propria quota di possesso. Quindi se i due immobili sono in comproprietà (ciascuna unità al 50% tra marito e moglie) ognuno pagherà l’IMU sulla sua metà dell’immobile sito nell’altro comune. La situazione peggiore ai fini della cosi detta “elusione” si ha quando ognuno possiede l’intera proprietà dove risiede; caso non sempre frequente.
2) Il fenomeno delle “doppie” residenze per eludere l’IMU, se da un lato toglie risorse al comune, dall’altro incide e potrebbe incidere in futuro, anche sul numero degli abitanti. Mi spiego: qualora l’esenzione IMU fosse possibile solo su una residenza, le persone sarebbero costrette ad optare per un solo comune; con quale criterio ? penso che il primo sarebbe di scegliere la residenza nel comune dove possiedono l’immobile con la rendita catastale maggiore e/o dove l’aliquota è più alta così da avere un maggior risparmio. Pertanto la situazione potrebbe avere ripercussioni imprevedibili sul numero degli abitanti, specialmente per i piccoli comuni di collina e montagna; non so se Ponte dell’Olio ne trarrebbe beneficio.
3) Canone TV: per ogni residenza si paga il canone che viene addebitato sulla bolletta dell’energia elettrica; quindi il solito marito e moglie che hanno due residenze diverse pagano due tasse TV. Se avranno una sola residenza pagheranno un solo canone, dato che l’altro immobile diventa seconda casa e quindi non soggetto a tassa televisiva. Potremmo osservare che quei soldi vanno alla stato e non direttamente al Comune, ma siamo pur sempre in Italia.
4) Ticket sulle prestazioni sanitarie: nella nostra regione i già citati marito e moglie che hanno residenze diverse, ai fini dell’eventuale codice di esenzione, devono sommare i loro redditi. Pertanto le due distinte residenze non contano nulla.
5) Da ultimo; con riferimento ai punti 3) e 4): perché per il canone TV si considerano due nuclei familiari separati e per il ticket sanitario uno solo ? Sempre “pro domo sua” ! dello Stato ovviamente !
In conclusione ritengo che sarebbe ora di mettere un po’d’ordine dappertutto: tassazioni e simili comprese; il tutto, comunque, dopo aver considerato e ponderato a fondo ogni aspetto del nuovo provvedimento.
Condivido l’affermazione di lvir: “una sentenza della Corte di Cassazione non è una legge”. Evidenzio però che le sentenze della Corte sono autorevoli interpretazioni di legge vigente, chiariscono cioè i dubbi sui comportamenti che la Legge chiede al cittadino e sugli effetti che la Legge produce.
Il commento di Giovanni fa un’analisi dettagliata, e a parer mio condivisibile, degli scenari complessivi, non solo con riferimento all’IMU, che si vengono a creare nel caso di doppie residenze riferibili ad un unico nucleo familiare.
Tuttavia il post di PonteWeb parte da una considerazione pubblica fatta durante la seduta del Consiglio Comunale del 27 dicembre 2019 con la quale l’assessore Valla assumeva l’impegno di attivare un progetto che portasse ad un recupero di 100.000 €/anno sul tributo IMU. In tale occasione, egli diceva di sperare in una norma che facilitasse il raggiungimento dell’obiettivo del progetto (ma, come abbiamo visto, la Corte di Cassazione ha chiarito come debba essere interpretata la Legge esistente), comunque confidava di raggiungere ugualmente l’obiettivo.
Ad oggi, inizio 2021, che consuntivo possiamo trarre dalle attività svolte nel 2020 ?
Il progetto è stato realizzato con risorse interne oppure è stato affidato all’esterno?
Quanti sono stati nel 2020 gli avvisi emessi? Relativamente a detti avvisi, quale è l’importo accertato e quale è l’importo incassato?
In altre parole, sarebbe opportuno che l’Assessore, a distanza di oltre un anno dall’impegno preso, facesse il punto sulla situazione informando la cittadinanza con ogni elemento che permetta di seguire con TRASPARENZA le attività svolte e l’evoluzione del progetto.
Lo ringraziamo fin da ora.
Saluti a tutti
Marco Boselli