Ieri sera, dopo che il Governo ha annunciato un trasferimento di fondi ai Comuni, il nostro Sindaco ha prontamente commentato la notizia, declinando le ricadute per la nostra comunità.
Ho avuto modo di leggere il commento rilevando un
tono decisamente
negativo:
“I 400 milioni di euro per buoni spesa, che per il nostro Comune si traducono in circa 20/30.000 €, comporteranno una mole incredibile di lavoro per i nostri Servizi Sociali. Tra criteri non definiti e la vasta platea di situazioni da verificare una ad una, sarà una discreta (eufemismo) impresa.”.
Questo mi risulta strano in quanto solitamente gli Amministratori locali chiedono di poter decidere loro come ripartire le risorse che lo Stato centrale mette a disposizione delle Amministrazioni periferiche, richiesta condivisibile in quanto,
chi meglio degli Amministratori locali conosce nel dettaglio le esigenze del proprio territorio?
Il Sindaco avrebbe forse preferito “criteri calati dall’alto”?
Inoltre egli lamenta la durezza di questi provvedimenti, e qui proprio non so darmi spiegazioni. Anzi, ritengo la frase
“Purtroppo, queste sono le regole e a queste dobbiamo necessariamente attenerci, … Dura lex, sed lex.” irriguardosa nei confronti di quei nostri concittadini che invece attendevano misure di questo genere, ed al limite la ritengono insufficiente nella quantità.
A tal proposito, alla luce della recente approvazione del Bilancio Comunale consuntivo relativo all’anno 2019,
che evidenzia un risultato positivo di tutto rispetto, mi permetto di suggerire che sarebbe il caso di
integrare le risorse arrivate dal Governo centrale (anche alla luce del recente D.L.18/2020
FONTE che consente di utilizzare l’avanzo per spese correnti connesse con l'emergenza in corso, in deroga ai limiti disposti dalla legge 145 del 30 dicembre 2018).
In conclusione mi pare di poter affermare che mai la citazione di Socrate mi apparì più inappropriata.
Magari vi fossero più spesso altre “Dura lex” da 20/30.000 € a favore dei Servizi sociali del nostro territorio !!!
Saluti a tutti
Marco Boselli
Pudore e ragioni di privacy hanno però suggerito alla quasi totalità delle amministrazioni comunali di non mettere sul portale l’elenco. O di fare come il comune di San Giorgio a Cremano: il file c’è, ma dei 411 beneficiari ci sono solo le iniziali. "In ogni amministrazione ci sono opposizioni e i consiglieri già mi hanno chiesto l’elenco degli ammessi per fare verifiche", spiega il sindaco Giorgio Zinno. "In teoria se il dirigente non pubblica l’elenco può andare incontro a conseguenze davanti alla Corte dei Conti. La norma ci imponeva la pubblicazione, ma abbiamo fatto un passo verso la tutela della privacy".
(così scrive il "Fatto" di oggi, a pag. 15)