I
servizi pubblici locali a domanda individuale sono quei servizi che non sono dichiarati gratuiti per legge e che vengono utilizzati a richiesta dell'utente.
Il servizio a domanda individuale è soggetto al raggiungimento di predeterminati tassi di copertura del costo di gestione
FONTE .
Per esempio, è un servizio pubblico a domanda individuale la mensa scolastica: ai pontolliesi costa €48.000, ma chi ne usufruisce contribuisce con €44.000, con un tasso di copertura dei costi del 92%.
Tra i servizi pubblici locali a domanda individuale rientra anche il
servizio di illuminazione votiva che, ragionevolmente, dovrebbe essere addebitato al cittadino ad una tariffa massima non superiore al costo di gestione. Invece a Ponte, per le luci votive succede che...
L'appaltatore ha un giusto ricavo di tot euro ma, per accordo con il Comune, egli fa pagare ai cittadini i tot€ + 5.200€ , questa somma verrà poi “girata” al Comune sotto la voce “canone” (?)
FONTE .
In buona sostanza, sembrerebbe che il comune, anziché limitarsi a dare un servizio con la copertura del 100% dei costi (e cioè i tot€), abbia scelto di "guadagnare" (5.200€) su una delle espressioni del sentimento verso i defunti.
Sarebbe opportuno, e forse anche obbligatorio, che l'Amministrazione rinunciasse a questo canone riducendo le tariffe al cittadino?
Sarebbe opportuno che, nella delibera annuale dei servizi a domanda individuale, fosse elencata anche l'illuminazione votiva con il relativo tasso di copertura dei costi?
Sarebbe opportuno che sul sito del Comune fosse pubblicato il modulo per l'eventuale disdetta, da parte del cittadino, del servizio di illuminazione votiva?