Rifiuti: tariffazione puntuale dal 2019...
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Allora non è vero che possiamo riciclare all’infinito la plastica, la carta, il vetro, i metalli, l’organico. Se tutta questa roba la mandavamo in Cina, non è vero che il mercato riesce ad assorbirla. E se il mercato non l’assorbe, vuol dire che la qualità non è la stessa della materia di partenza. Bensì più bassa. E a ogni riciclo è vero che degrado la materia sempre di più e alla fine produco scarti (tanti) che devono essere smaltiti. Peccato che esistano solo due modi di smaltimento finale: il recupero energetico tramite l’incenerimento e la discarica.
Molti comuni si potevano fregiare del titolo di grande riciclone, perché avevano raggiunto valori elevatissimi di raccolta differenziata (80%, 90% e via). Senza preoccuparsi se poi la roba veniva davvero riciclata in prodotti tali da poter stare sul mercato. E per forza: spariva. Tutti contenti, quindi. Il mantra rifiuti zero era salvo.
Ora però, in Italia abbiamo i capannoni pieni di questa roba e non sappiamo più dove metterla. Ogni tanto qualcuno gli dà fuoco. I prezzi sono saliti alle stelle. Gli imprenditori iniziano ad agitarsi perché rischiano di fermare le produzioni. Il rischio che salti tutto con un’emergenza rifiuti è elevatissimo. E per costruire impianti ci vogliono anni.
(così scrive Claudio Mazzari, ingegnere, su "Libertà" di giovedì 6 dicembre, a pag. 45)