Editoria
Asilo Nido: pubblicate le graduatorie 2018/2019
Anno educativo | Totale | di cui proseguimenti | di cui nuovi |
---|---|---|---|
2018-2019 | 11 | 6 | 5 |
2017-2018 | 8 | 4 | 4 |
2016-2017 | 14 | 8 | 6 |
2015-2016 | 13 | 7 | 6 |
2014-2015 | 14 | 8 | 6 |
2013-2014 | 10 | 4 | 6 |
2012-2013 | 12 | 3 | 9 |
2011-2012 | 17 | 5 | 12 |
2010-2011 | 30 | 12 | 18 |
Rifiuti: tariffazione puntuale dal 2019...
Cinque per mille
Fiera di San Rocco
Bonifica: pagamento senza sanzioni se effettuato entro giugno
Stracittadine
Deflazione addio
Calciomercato
Democrazia sospesa
Allora non è vero che possiamo riciclare all’infinito la plastica, la carta, il vetro, i metalli, l’organico. Se tutta questa roba la mandavamo in Cina, non è vero che il mercato riesce ad assorbirla. E se il mercato non l’assorbe, vuol dire che la qualità non è la stessa della materia di partenza. Bensì più bassa. E a ogni riciclo è vero che degrado la materia sempre di più e alla fine produco scarti (tanti) che devono essere smaltiti. Peccato che esistano solo due modi di smaltimento finale: il recupero energetico tramite l’incenerimento e la discarica.
Molti comuni si potevano fregiare del titolo di grande riciclone, perché avevano raggiunto valori elevatissimi di raccolta differenziata (80%, 90% e via). Senza preoccuparsi se poi la roba veniva davvero riciclata in prodotti tali da poter stare sul mercato. E per forza: spariva. Tutti contenti, quindi. Il mantra rifiuti zero era salvo.
Ora però, in Italia abbiamo i capannoni pieni di questa roba e non sappiamo più dove metterla. Ogni tanto qualcuno gli dà fuoco. I prezzi sono saliti alle stelle. Gli imprenditori iniziano ad agitarsi perché rischiano di fermare le produzioni. Il rischio che salti tutto con un’emergenza rifiuti è elevatissimo. E per costruire impianti ci vogliono anni.
(così scrive Claudio Mazzari, ingegnere, su "Libertà" di giovedì 6 dicembre, a pag. 45)