La
raccolta puntuale, (che ha come risultato il miglioramento della quantità e della qualità della raccolta differenziata, la riduzione della quantità totale di rifiuti e una consistente riduzione della TARI) non "parte…".
Chiunque può constatare che gli amministratori dei comuni non si affannano più di tanto su questo tema che rappresenta la prima voce di costo del bilancio comunale.
Perché?
Provo a ipotizzare una della possibili motivazioni.
Premessa: la Legge impone che il costo del servizio rifiuti sia integralmente coperto con la TARI, ma anche che la TARI copra unicamente il costo del servizio rifiuti. Questo significa che
se un amministratore riduce il costo di gestione dei rifiuti, è tenuto a girare quel risparmio al cittadino (riducendo la TARI) . Se invece utilizza le sue energie per ridurre spese che non siano quelle dei rifiuti, si ritrova un gruzzoletto da spendere dove e come vuole.
E l'impressione è che molte amministrazioni scelgono quindi di impegnarsi prioritariamente non nella riduzione del costo del servizio rifiuti, ma in qualsiasi altro settore che permetta loro di
“gestire” (e qui c’è dentro tutto) le eventuali risorse resesi disponibili. Molte ma non tutte, perché ci sono anche amministrazioni che la raccolta puntuale la avviano e i cittadini (i portafogli dei cittadini) ne vedono le conseguenze, come a San Giorgio e a Podenzano
FONTE , e da quest’anno a Cortemaggiore e a San Pietro in Cerro.