24/08/17
PenelopeFare e disfare
Tolti i segnali (superflui ma comunque non invasivi) indicanti le vie di fuga dal borgo, collocati in occasione della Fiera. Magari per metterli di nuovo per la Festa dei Sapori?
24/08/17
MarinoOrdinanza
Sul sito dell'Unione Montana Alta Val Nure è pubblicata l'ordinanza 76 del 21/08/2017che interessa la viabilità del Comune di Ponte: divieto di transito e di sosta temporaneo nel tratto di via V. Veneto dall’ingresso Nord fino all’incrocio con via Ghizzoni, dalle ore 18,00 del giorno sabato 26 agosto 2017 alle ore 1,00 del giorno domenica 27 agosto 2017, allo scopo di permettere lo svolgimento dell’evento denominato “somministrazione di bevande” (riguardante il Bar del Borgo )
FONTE .
21/08/17
GianburrascaGraffiti pontolliesi
A quanto pare, qualcuno ha lasciato il segno sul murales situato in piazza delle Fornaci (dietro Villa Rossi). Realizzato qualche anno fa per ricordare la tradizione industriale della calce nel nostro paese (mi pare in occasione di una manifestazione dedicata all'argomento, con la partecipazione di altri Comuni dall'identica vocazione).
Dopo aver imparato a rispettare il Fontanasso, sarebbe un peccato imbrattare altri luoghi. Significativi o meno che siano...
16/08/17
EuclideLavoro benedetto
Dunque anche Ponte ha il suo maxi-concorso: 81 candidati per un posto di geometra in Comune. In bocca al lupo ai partecipanti e (il 4 settembre al Palazzetto dello Sport) vinca il migliore. O magari la migliore...
Elenco partecipanti
FONTE
15/08/17
Smemorato di CollegnoSicurezza percepita
Non ci sono più i ladri di biciclette di una volta: da un paio di giorni una bici multicolore giace abbandonata e incustodita accanto al bancomat di Ubi banca. Qualcuno l'ha dimenticata?
12/08/17
MarinoLa Giunta ha deliberato 88.000€ per asfaltature
Si tratta di:
- Parcheggio ex sede Municipale
- Via Roma (capoluogo);
- Strada comunale n. 19 della Costa (intervento parziale)
- Strada comunale n. 21 dei Montini
- Strada comunale n. 30 della Montesanto/Biana (intervento parziale)
- Strada comunale n. 40 del Murazzo.
Qui la Relazione con foto
FONTE (pdf 19MB), qui il Computo metrico
FONTE , qui la Mappa degli interventi
FONTE .
Trovo un poco difficoltoso “digerire” il fatto che l’asfaltatura del Parcheggio ex sede Municipale sia contestuale all’apposizione di una catena lucchettata
FONTE .
Forse sarà opportuo, da oggi in poi, individuare quell’area non come Parcheggio (sottointeso come pubblico) ma come ex parcheggio (ex pubblico, riservato a pochi
ma asfaltato con i soldi di tutti).
Se le cose non stanno così, gli amministratori comunali saranno così gentili da aiutarci a comprendere...
11/08/17
MarinoZonizzazione acustica
Ponte dell’Olio è uno dei comuni che non hanno ancora adempiuto all’obbligo della zonizzazione acustica. Lo apprendiamo da Libertà di ieri. Eppure, per redarre il Piano di zonizzazione acustica, abbiamo già pagato consulenti, fin dal 2011, e abbiamo già a disposizione, da allora uno studio completo che è anche pubblicato sul sito del Comune
FONTE .
Dove sta l’inghippo?
10/08/17
MattiaPascalPonte e la maestra centenaria
Un'altra figura importante nella storia del nostro paese ci ha dunque lasciato. Per ricordarla qui, credo non ci sia modo migliore che riprendere i passaggi più significativi dell'articolo dedicatole dall'ottima Nadia Plucani su "Libertà" di oggi.
La maestra Mariuccia Cavanna, scomparsa a 101 anni, sarà ricordata per il suo sorriso, la sua apertura alla vita e alle persone, dimostrata nei tanti anni di insegnamento nelle scuole della Valnure. Nata a Piacenza il 26 novembre 1915, ha passato la sua vita a Ponte. Per questo, in occasione del suo centesimo compleanno, tutta la comunità l'aveva festeggiata: il sindaco Sergio Copelli, il parroco Mauro Bianchi, i bambini della prima classe della scuola primaria e le insegnanti ed ex colleghe.
in quell'occasione aveva risposto alle domande dei piccoli studenti e raccontato i suoi ricordi di scolara. Che la portavano nel 1922, in una vecchia stanza nel cortile dell'ex municipio di Ponte. Con circa 40 compagne e la signorina Margherita Vaccari come insegnante. Proprio quella maestra le instillò la passione per l'insegnamento.
Mariuccia Cavanna ha insegnato via via a Prato Barbieri, Nicelli di Mareto (dove la scuola era sopra una stalla), Castione e infine Ponte. Fino agli anni '80 quando andò in pensione. Dedicandosi poi alla biblioteca delle elementari e al catechismo in parrocchia.
La maestra Cavanna, vedova Raffi, ha sempre vissuto a Ponte, con una collaboratrice domestica e forte dell'affetto che le dimostravano il nipote Pinetto e sua moglie. Le facevano spesso visita gli amici di lunga data, compresi ex alunni e colleghi.
Ultimamente ospite dell'Istituto Vittorio Emanuele di Piacenza, "ha sempre avuto tanta forza e sempre ci lasciava con il sorriso" fa sapere Franco Sbuttoni che con la famiglia le è sempre stato vicino.
05/08/17
MattiaPascalChapeau
Dai commenti in video su Teleponte all'odierno editoriale sulla prima pagina di "Libertà": nella mia veste di strillone, complimenti al pontolliese Gianmaria Vianova per il brillante percorso fatto alla sua giovane età.
In un mondo che vorrebbe imporre sempre più spesso il pensiero unico in ogni campo (magari nel nome della verità), ben venga l'affermarsi di una voce alternativa e controcorrente...
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Questo l’articolo, pubblicato nella posizione di massimo prestigio: in alto a sinistra nella prima pagina.
La generazione perduta vuole un’occasione.
Ho 21 anni e sono un ragazzo. Faccio parte della generazione perduta del terzo millennio, “generazione Y” quella che non entra nel mercato del lavoro e che non dà per scontata la pensione. Quella che anche la laurea è solo un pezzo di carta, quella che gli stipendi sono anemici. La generazione che vive con i genitori, che non sa come e quando potrà andarsene di casa, vivere autonomamente e mettere su famiglia. La generazione che mia nonna alla mia età era già sposata con un figlio. La generazione dei tre niente, come recita Michael Douglas in “Wall Street 2": “Niente lavoro, niente reddito, niente risorse”.
La disoccupazione dilaga. Il tempo indeterminato e una chimera, lusso per pochi. Essere assunti e unregalo del datore di lavoro, un favore elargito. Non abbiamo ricordi di una Italia in crescita. Le nostre prospettive di carriera tendono a zero. Chi ci dovrebbe permettere di far esperienza chiede esperienza pregressa. La ruota girerà dalla nostra quando saremo non più giovanissimi e privi di competenze. I figli del baby boom sono per noi un ostacolo insormontabile: senatori che non ci lasciano spazio. Siamo la generazione diventata maggiorenne dopo lo scoppio della crisi, cavie sperimentali della deflazione salariale, precarizzazione e compressione delle retribuzioni. Più che compressi siamo finiti schiacciati. Facili prede prive di tutele agli occhi dell’oceano capitalista. Vittime del Jobs Act. Stampiamo talmente tanti curriculum da far rabbrividire una zecca di Stato. Riceviamo così poche risposte da farci dubitare dell’affidabilità del nostro contratto internet.
Il tricolore è per noi qualcosa di inspiegabile. Patria, sì, ma anche madre insensibile e menefreghista. Guardiamo i telegiornali e sentiamo Presidenti della Repubblica e del Consiglio condannare l’interesse nazionale, il nostro interesse. Traditi. Siamo la generazione degli scansafatiche, siamo “choosy” e viziati, quelli che il divano è mio e qui comando io. Siamo i “neet”, orda di giovani che non lavorano e non studiano. Siamo i ragazzi più statisticamente depressi di sempre. Togli i sogni ad un giovane e lo uccidi dentro. Senza ideali, nichilisti a nostra insaputa, vaghiamo alla ricerca di punti fermi. Siamo la generazione che tifa per i criminali nei film e nelle serie tv, perché si ribellano all'ordine precostituito. Odiamo con tutte le nostre forze l’ordine precostituito. Siamo quelli che se ne hai la possibilità scappi all’estero, altrimenti resti alle corde, alzi le braccia a protezione e speri di uscirne in piedi. Siamo la generazione degli analfabeti funzionali, riempiti di slogan e incapaci di comprendere il contesto in cui la nostra nazione sta sprofondando. Vorremmo sentire per la prima volta la voce dello Stato. Vorremmo la nostra occasione. Aspettiamo di avere la sacrosanta possibilità di fallire con le nostre mani, non una resa incondizionata firmataci dalla politica in cui veniamo dichiarati falliti in partenza. Siamo figli e nipoti, saremo sempre meno padri e madri. Nonostante tutto siamo ancora cittadini di un Paese in decadenza e non riusciamo a rassegnarci all’idea di vederlo tramontare.