Anche a Fiorenzuola non si pagherà più per avere in prestito i libri della biblioteca. Lo scrive oggi Libertà ricordando che Fiorenzuola era una delle due uniche biblioteche della provincia di Piacenza a prevedere il pagamento di un corrispettivo per poter consultare o avere in prestito i libri.
Ora, in tutta la Regione, rimane solo Ponte dell'Olio a far pagare una tessera per poter avere in prestito o per consultare i libri della biblioteca FONTE .
In aprile Libertà riportava un virgolettato dell'assessore Ivonne Marenghi: "Abbiamo riconsiderato la cosa e abbiamo deciso che dal 2017 toglieremo la tessera" ma a tuttoggi nessun atto formale è stato prodotto.
Ne abbiamo parlato qui FONTE
Rendo noto che già da inizio novembre non è più stato chiesto il pagamento a coloro ai quali scadeva la tessera (la tessera era annuale a far data dall'iscrizione). Confermo che è quindi stata abolita la tessera annuale a partire dal 2017, l'ufficialità si avrà in sede di approvazione di bilancio.
👨 Tacito 26/12/16 22:21 ® 2118
Dunque dalla bacheca all'esterno della biblioteca si può togliere l'avviso con le tariffe di iscrizione previste dalla precedente delibera del 2011. Che per la cronaca erano 5 euro o 10 con l'uso della connessione a internet...
👨 Bolt 27/12/16 22:01 ® 2119
Detto e fatto: complimenti...
👨 Bastian contrario 20/02/17 19:33 ® 2149
Obiezione, vostro onore: non è vero che eravamo gli ultimi rimasti nella Regione. A Cortemaggiore l'iscrizione si paga ancora: 6 euro per i residenti e 10 per i non residenti (gratuita per i minorenni). Lo si legge su "Libertà" di domenica 19 febbraio, a pag. 23...
👨 Stakanov 21/02/17 20:10 ® 2150
Comunque l'idea magiostrina degli attestati ai frequentatori che hanno letto il maggior numero di libri non è male: meriterebbe di essere copiata dalle altre biblioteche...
Non capita tutti i giorni di vedere un grande manifesto pubblicitario con gli auguri natalizi, a opera di alcune parrucchiere, in una delle strade più visibili e trafficate della città (via Manfredi). Poiché l'ha fatto un negozio per acconciature di Ponte, lo segnaliamo e facciamo i complimenti alle protagoniste...
Dopo un voto, ne arriva un altro. Via libera della Cassazione (doveva verificare le firme raccolte) ai referendum della Cgil contro il Jobs Act. A gennaio spetterà alla Corte Costituzionale decidere (nel merito) sulla loro ammissibilità. Se anch'essa si pronuncerà positivamente, su tali quesiti si voterà in primavera (a meno che vi siano elezioni anticipate...).
I tre referendum abrogativi (come scrive la "Repubblica" di ieri, a pag. 10) riguardano:
- disposizioni in materia di licenziamenti illegittimi (in sostanza, il famoso articolo 18);
- lavoro accessorio (voucher);
- disposizioni limitative della responsabilità solidale in materia di appalti.
Ricordo che essendo referendum abrogativi torna a valere il discorso del quorum (la consultazione è valida se partecipa il 50% degli aventi diritto).
Vedo e prevedo che si voterà la prima domenica utile: il 23 aprile (essendo il 16 Pasqua). Come già per le trivelle...
👨 Amleto 13/12/16 10:19 ® 2110
Davanti a questi referendum, non vorrei essere nei panni del Pd: il suo governo ha fatto le leggi, il suo storico sindacato di riferimento chiede di abolirle. La classica situazione in cui non sai quali pesci pigliare...
👨 Otelma 19/12/16 20:14 ® 2113
Errata corrige: li fisseranno all'11 giugno (ultima data possibile per legge). Così da avere più tempo a disposizione per staccare la spina al governo e andare poi alle elezioni anticipate. Unico modo per evitare i (per loro pericolosi) referendum...
Venerdì 9 dicembre alle ore 18.00 presso la Casa del Catechismo l'Associazione Proprietari Casa organizza un incontro pubblico sul tema "Tassa di bonifica".
L'incontro ha lo scopo di richiamare l'attenzione della popolazione e delle Amministrazioni locali sul fatto che non opporsi all'applicazione (per la prima volta) della tassa significa, anche per i singoli contribuenti, ammettere implicitamente che l'assogettamento a contribuzione sia legittimo (mentre Confedilizia Piacenza è di parere diverso).
Per approfondire: FONTE FONTE
Domenica scorsa in quel di Berceto, oltre al referendum costituzionale, c'erano anche due referendum locali diciamo di indirizzo (con cui l'amministrazione chiedeva ai cittadini quale strada seguire). Uno sulla gestione dei rifiuti e l'altro su eventuali fusioni.
Vediamo i due quesiti e il rispettivo risultato.
1) Vuoi che l'Amministrazione comunale accetti di far gestire a livello provinciale (Atersir) il servizio di raccolta rifiuti e trasporto rifiuti?
Sì 134 (15,37%) No 738 (84,63%)
2) Vuoi che l'Amministrazione comunale proceda ad attivare forme di fusione con altri Comuni?
Sì 190 (21,62%) No 689 (78,38%)
Premesso che ritengo poco corretto e poco dignitoso voler dialogare con alcuno nascondendo la propria identità dietro pseudonimi, nickname o astruse sigle, poiché mi fa pensare che chi lo fa: o non abbia il coraggio di esprimere le proprie convinzioni, oppure, peggio ancora, sia esso stesso il primo a credere che si tratti di posizioni indegne. Personalmente, non lo faccio mai e quando ho qualche cosa che voglio esternare: ci credo e ho l'onestà intellettuale, e la dignità, di farmene carico sottoscrivendolo con nome e cognome.
Per quanto sopra detto, non rispondo a tale "John Connor", poiché dubito sia qualcuno che si firmi con i veri nome e cognome (pronto a chiedere scusa nel caso il mio dubbio sia infondato), ma faccio soltanto notare che, nel caso, auspicato nella mia precedente del 5 dicembre, di dimissioni di Sindaci e Presidenti vari, si tratterebbe solo di una nuova tornata elettorale amministrativa, un po' anticipata rispetto le normali scadenze.
Quindi nessuna pretesa da parte mia di incolpare alcuno per le proprie idee, soltanto il suggerimento ad una verifica "sul campo". Chi sa, onestamente prima di tutto con se stesso, di aver BENE AMMINISTRATO: non dovrebbe temere alcunché. Se con il proprio operato, e per le posizioni espresse, sa di essersi è meritato, e merita ancora, la fiducia dei suoi cittadini, dovrebbe "stare sereno!": sarebbe senza dubbio rieletto e si troverebbe a poter amministrare con ancora maggiore efficienza e soddisfazione per tutti.
Gianpiero Nani
Le regole di questo forum consentono di usare pseudonimi se non le sta bene cambi forum.
Circa l'argomento dibattuto, rimango dell'idea che sia folle chiedere dimissioni agli amministratori pubblici o verifiche di metà mandato o altro perché questo genererebbe un'ingovernabilità degli enti ed una conseguente ulteriore diminuzione dell'efficienza delle amministrazioni. Si vivrebbe continuativamente in campagna elettorale e non si concluderebbe un tubo.
Nella Firenze dell'epoca di Dante, gli amministratori pubblici venivano sorteggiati e stavano i carica due o tre mesi (non ricordo bene)..... Potremmo tornare a questo sistema.....
👨 Gianpiero Nani 07/12/16 15:52 ® 2101
Estratti dal sito ufficiale della Repubblica di San Marino (http://www.sanmarino.sm)
uno Stato tanto stabile da aver resistito indenne da oltre 800 anni a guerre e traversie politiche tutt'intorno.
San Marino, una testimonianza di libertà
I Capitani Reggenti sono i Capi dello Stato. Sono due ed esercitano il loro ufficio collegialmente. L'ufficio di Capo dello Stato affidato a due persone è una peculiarità della Repubblica di San Marino che ha origini molto antiche ed è emblematico della attenzione posta dal popolo sammarinese nell'evitare il rischio che da incarichi di autorità e comando potessero derivare poteri personali. A rendere ancora più esplicita questa attenzione sono le disposizioni relative alla DURATA dell'INCARICO, fissata, fin dagli Statuti del XIII secolo, a SEI MESI e non ripetibile per almeno tre anni.
omissis
Possono diventare Reggenti solo i cittadini sammarinesi originari che abbiano compiuto i venticinque anni di età. Alla carica di Capitano Reggente non si può rinunciare. Essa prevale su ogni altra carica, che deve essere abbandonata in caso di elezione.
I Capitani Reggenti hanno diritto al titolo di "eccellenza". Ma al termine del loro mandato non conservano alcuna prerogativa né titolo, inoltre vengono sottoposti al giudizio del Sindacato della Reggenza per "il fatto e il non fatto" nell'ambito delle competenze istituzionali.
E dopo ciò: stop.
👨 John Connor 07/12/16 16:32 ® 2102
Bhe insomma paragonare San Marino all'Italia, è una discreta forzatura.... Non vedo francamente spazio.
👨 Ferrante fans club 07/12/16 20:17 ® 2103
A proposito della discussione di cui sopra (sui nickname). Interessante quanto scrive Ferdinando Camon su "La Stampa" di giovedì 6 ottobre (l'articolo è reperibile anche sul web): "Lo scrittore che scrive sotto pseudonimo scrive in sincerità e verità. E' libero perché è sconosciuto. Gli scrittori che scrivono col proprio nome e cognome sono schiavi della famiglia, dei parenti, del quartiere, degli amici. Sono ricattabili". Questo è quanto Camon dice parlando di letteratura. Chissà, magari potrebbe valere anche per i commenti...
PartecipAzione è un progetto per promuovere il coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni strategiche dell’Amministrazione comunale.
Nel corso del progetto, i cittadini che hanno idee innovative per il proprio paese possono trovare il modo per discuterle con gli amministratori e lavorare insieme per trasformarle in progetti concreti.
Per saperne di più FONTE
Il gioco è fatto.
Inutile ora gettare sul piatto strampalate spiegazioni filosofiche o becere insinuazioni sulla incapacità degli italiani di comprendere la positività delle proposte referendarie e rottamatorie. Il dato inconfutabile è che la maggioranza degli italiani ha bocciato la linea politica del governo Renzi.
Non solo quindi del buon Matteo in persona, che oltretutto ha confermato eccellenti, istrioniche, doti di attore, assumendosi platealmente tutte le responsabilità della disfatta, ma, e forse soprattutto, della sua compatta, pur disomogenea ,"corte".
Adesso mi aspetto che torni di nuovo a galla la sfrontata accusa agli italiani di "avere avuto paura" (è già successo in occasione dei referendum sulle fusioni comunali).
Ebbene: probabilmente, anzi certamente, gli italiani hanno avuto paura. Ma non paura di liberarsi del CNEL o delle diaspore tra Regioni e Stato centrale e via dicendo con i quesiti referendari.
Hanno avuto paura che con il successo del Sì si rafforzasse e tendesse a perpetuarsi una politica per la quale, ogni giorno, devono fare sempre più fatica a campare dignitosamente mentre si vedono intorno centinaia di migliaia di "estranei" a zonzo, mantenuti e coccolati; che devono fare file interminabili ai Pronto Soccorso mentre esistono "corsie preferenziali" sempre per i medesimi "estranei"; dove una povera anziana viene multata perché senza biglietto su di un treno sul quale viaggiano "estranei", pure essi senza biglietto però giustificati perché "poverini"!
Hanno avuto paura di promesse con la brutta sorpresa taciuta (faremo, daremo, taglieremo ... se...: ben sapendo che quel “se” non sarà mai soddisfatto e quindi tutto rimarrà al palo di partenza).
Hanno avuto paura di dichiarazioni contradditorie un giorno dopo l'altro: oggi i soldi per soddisfare giuste richieste di intere categorie di cittadini non ci sono, domani, per comprarsi il sostegno di altre categorie, ecco che i soldi compaiono all'improvviso, come dal cappello di un prestigiatore.
Hanno avuto paura di una linea politica che ha mostrato di dimenticare sempre più la periferia a vantaggio delle grandi aree urbane (non a caso, i no hanno prevalso di gran lunga soprattutto nelle aree di provincia, considerando che il 70 % degli italiani vive nella provincia, cioè in Comuni con meno di 60.000 abitanti).
Ecco di cosa hanno avuto paura gli italiani.
Per ultima considerazione, ultima solo come ordine, non certo come importanza: coloro che in qualche modo hanno partecipato al referendum appartengono a due precise categorie. La prima è quella dei comuni cittadini, che a titolo personale si sono schierati su uno o l'altro fronte. L'altra categoria è quella di coloro che si sono schierati a titolo istituzionale (Sindaci, Assessori e Presidenti regionali) esattamente come ha fatto il Presidente del Consiglio e i suoi Ministri. Hanno partecipato a riunioni, hanno sottoscritto documenti ufficiali, si sono pronunciati pubblicamente e hanno promosso iniziative, facendo pesare il loro “status” istituzionale, condividendo nella loro veste la linea politica del Governo centrale.
Come abbiamo visto, gli italiani in maggioranza hanno respinto tale linea, dunque, logica e onestà intellettuale vorrebbero che detti Signori, che la hanno condivisa istituzionalmente, si adeguassero alla decisione del loro "idolo" Presidente e assieme a lui si dimettessero, riconsegnando il potere decisionale ai cittadini.
Questa sì che sarebbe una prova di rispetto per il volere del popolo e non attaccamento alla poltrona, alta o bassa che sia.
Non hanno sempre sostenuto che bisogna rottamare ciò che non funziona? Allora: Rottamiamo! Rottamiamo!
Gianpiero Nani
La trovo semplicemente una proposta folle!
Si dovrebbero dimettere centinaia o forse migliaia di sindaci, assessori ecc. perché erano d'accordo con quanto votato dal Parlamento? ( E si perché la riforma della costituzione non era stata solo voluta da Renzi ma votata da Camera e Senato e se qui vi fosse stato il quorum dei 2/3 noi non avremmo nemmeno votato.....).
Assolutamente folle e destabilizzante per il nostro Paese, a meno che sostenere un'idea che risulta sconfitta in un Referendum non sia diventata una colpa.
👨 Cuccureddu 08/12/16 12:28 ® 2104
In Sardegna (la regione in cui il No ha ottenuto la maggior percentuale: il 72,22%) c'è chi ha seguito l'invito di Gianpiero. Si è infatti dimesso Gianmario Demuro, assessore regionale alle Riforme e agli Affari generali. L'esponente Pd si era speso con forza in campagna elettorale per il Sì al referendum (come scrive il Corriere della Sera di mercoledì 7 dicembre, a pag. 9).
👨 Marco 08/12/16 16:07 ® 2105
Dopo aver letto e riletto il post del Sig. Nani, nel quale lo stesso afferma che secondo "logica e onestà intellettuale" sussista un obbligo di dimissioni a carico di chi, amministratore pubblico a vari livelli, ha condiviso in modo esplicito il proprio favore alle riforme approvate dal Parlamento, mi sento di esprimere tutta la mia contrarietà a questo modo di ragionare. Analogamente si potrebbe affermare che gli amministratori locali nei cui territori abbia prevalso il si debbano rimanenre se esponenti del SI e dimettersi se esponenti del NO, in quanto tutt'ora in linea con il pensiero dei propri concittadi. Le dimissioni, a mio avviso, vanno reclamate quando si palesano evidenti mancanze nell'amministrazione della cosa pubblica,oppure quando gli stessi sono stati sconfessati in modo evidente su scelte decisive riguardati il loro territorio, manifestando un disallineamento sopraggiunto con il corpo elettorale che li ha eletti.
Dichiaro senza nessuna difficoltà di aver votato SI al suddetto referendum, di essere pienamente d'accordo con la richiesta di dimissioni,fatta dalle forze politiche che hanno sostenuto il NO, al Presidente del Consiglio e al Governo intero, in quanto lo stesso ha ritenuto di caricare sul voto referendario un contenuto politico e di conseguenza le dimissioni irrevocabili sono l'unica possibilità di dimostrarsi una persona seria.
Saluti a tutti.
Marco Boselli
👨 Pistacchio 11/12/16 10:11 ® 2107
La pretesa del sig.Nani non “è semplicemente una proposta folle”, come suggerisce Connor, ma una richiesta illogica che produrrebbe scompensi nelle decisioni (pre voto) a chiunque avesse incarichi amministrativi di carattere pubblico, costi aggiuntivi inutili, divisioni e lacerazioni continue e a macchia di leopardo, il tutto in un clima di altalenate ingovernabilità delle istituzioni.
Nel dibattito pre referendum di cose scriteriate e scollegate con la realtà ne sono state dette molte e su entrambi fronti, ma questa delle dimissioni a campo unico è decisamente la trovata più insensata (eufemismo) che abbia letto. Da proporre ai prossimi costituenti.
👨 Gianpiero Nani 11/12/16 12:56 ® 2108
Gentile Sig. Boselli, La voglio ringraziare per la cortesia e la correttezza con cui ha voluto commentare la mia ipotesi post-referendaria. Lo ha fatto, come si conviene tra persone civili, con garbo, senza offendere né trinciare giudizi a livello personale. Anche se devo correggerLa almeno per quanto riguarda la giusta intepretazione della mia ipotesi, quando accenna alla "... sussistenza di un obbligo ...". Per carità: non ho mai inteso obblighi, né è nelle mie intenzioni pretendere nulla da alcuno. Le pretese le lascio ad altri, a chi per prima cosa pretende di avere la verità in pugno. Ripeto, la mia voleva essere soltanto una ipotesi su cui aprire, perché no, un dibattito: e mi sembra che tutto sommato abbia sortito lo scopo. Per il fatto poi che Ella possa eventualmente non condividere mie posizioni, bene mi sta: per fortuna non la pensiamo esattamente tutti allo stesso modo, in fondo la vita è bella proprio anche per questo. Sono sempre convinto che un sano e corretto dibattito, sulle cose che riguardano una comunità, sia fondamentale per il bene della comunità medesima. Purché, mi scusi se mi ripeto, il dibattito si svolga correttamente, come è stato nel caso del suo commento, senza pregiudizi né impeti di immaturità civile e sociale.
Ben lieto di tornare magari a dialogare, e forse pure a dibattere, con Lei, La saluto molto cordialmente,
Gianpiero Nani
Ieri è stato aggiunto un nuovo articolo alla Costituzione, il 140: "Chi troppo vuole nulla stringe". Mi permetto di segnalare questo commento di Gigi Cavalli che ho letto sul sito esvaso.it: ben riassume l'esito e il significato del voto referendario...
Mai si era vista una campagna elettorale avvolgente e pervasiva come quella messa in atto da Renzi per questo referendum. Nell'ultimo mese è sbucato dal video a qualsiasi ora e in ogni trasmissione (tranne forse le previsioni del tempo).
Ora i casi sono due: o è un genio della politica (se questa strategia basata sulla sua grande capacità comunicativa risulterà vincente) oppure questo atteggiamento strabordante ha indispettito molti (che potrebbero punirlo severamente nelle urne). Dunque, storytelling o stalking? Fra poche ore la risposta...