Egregio Direttore, a riguardo della fusione Ponte Dell’Olio-Vigolzone, noto che si continua a parlare in astratto di non meglio specificati "vantaggi [..] di gran lunga più numerosi delle criticità".
Un giorno, forse, possibilmente prima del referendum, sarebbe interessante sapere quali siano tali "vantaggi" e, soprattutto, se essi non siano solo questione estetica, ma anche questione materiale: un vero e sensibile miglioramento della qualità della vita della cittadinanza.
Il distacco delle Persone dalla politica passa proprio da fattori come questo: dal mancato rispetto delle promesse.
E la promessa cui tutto ruota attorno sarebbe sicuramente infranta se la fusione, attualmente spacciata per la panacea dei nostri mali, non arrecasse un tangibile beneficio (se non si percepisce, che eneficio è?) alle nostre esistenze di cittadini pontolliesi e vigolzonesi.
Vista la totale fumosità e la mancanza di basi concrete sulle quali sono fondate le ragioni dei pro-fusione, direi che il dado fa presto a trarsi.
Rimango perciò fermamente della mia idea (espressa parafrasando una famosa frase di Craxi sull’Unione Europea): "la fusione nel migliore dei casi sarà un limbo e nel peggiore un inferno".
Già immagino le prime problematiche che si affronterebbero: minore presenza sul territorio degli amministratori (che si dimezzerebbero), conflitti amministrativi nella gestione delle risorse (investiamo a Ponte o a Vigo?), ingerenze della partitocrazia (più ci si ingrandisce e più sono frequenti), ecc.
Tra qualche tempo inizierà la campagna referendaria e dalle nostre parti arriveranno esponenti più o meno importanti a sponsorizzare la fusione: sentiremo di ogni, ci diranno che se non ci si dovesse fondere sarebbe la fine, che con
la fusione accederemmo al Paradiso, che tra poco potrebbero obbligarci a forza a farla (in virtù di cosa?), che non dobbiamo perdere il treno del cambiamento, che il futuro è questo, e blablabla vari.
I Padri Costituenti vollero dare poteri alle comunità territoriali.
Oggi, invece, vogliono cancellare il Comune e privare la comunità della facoltà di autogovernarsi. A novembre, io voterò affinché ciò non accada: Ponte Dell’Olio resti Ponte dell’Olio.
Alessandro Chiesa
Consigliere comunale di Ponte Dell‘Olio
(Intervento pubblicato su Libertà di ieri).