Scrive Libertà:
"Giocare d'azzardo è una tassa sulla disperazione". E il Direttore dell'AUSL dichiara che il disturbo del gioco d'azzardo è pervasivo, è come una metastasi, e in quest'ultimo anno ha avuto una "esplosione" da codice rosso.
Ponte è messo male: 5 casi conclamati di ludopatia grave (contro per esempio un solo caso a Vigolzone).
E, per quello che sento parlando con la gente, il "5" è solo la punta di un iceberg.
Su Ponteweb sono anni che ciclicamente riportiamo all'attenzione delle autorità questo problema, ma la porta della stalla è rimasta aperta!
Riproviamoci... perché, se il Sindaco non prende il toro per le corna,
se la volontà politica di "governare" il fenomeno non sarà adeguata, non si potrà altro che peggiorare.
E' cosa nota che le amministrazioni attente al problema stanno inserendo nei propri regolamenti il divieto di installare slot machine, video poker o altri apparecchi con vincita di denaro, nei locali pubblici e privati a vocazione aggregativa (palestre, palazzetti dello sport, sedi di associazioni, ecc.). Che esse stanno inserendo limitazioni riferite all'età minima, alle distanze dai luoghi sensibili (*), al divieto di pubblicizzare le vincite (anche dei gratta e vinci, ecc.), agli orari di fruizione (per esempio a Treviso e a Verona si può "giocare" solo dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 22.00, con obbligo di togliere la corrente elettrica alle slot fuori da tali orari).
E' quindi possibile (e a parer mio
necessario) che il
sindaco Copelli aggiorni tempestivamente i regolamenti, che emetta le opportune ordinanze e che nelle nuove concessioni, anche in quelle che stanno andando a gara adesso, faccia inserire la clausola che vieti l'installazione di apparecchi e terminali per il gioco d'azzardo.
(*) Una recente sentenza del Consiglio di Stato ribadisce che i Comuni sono autorizzati a stabilire distanze minime dei luoghi di gioco d'azzardo rispetto ai “luoghi sensibili” (scuole, luoghi di culto, ecc.) per finalità inerenti la tutela della salute.