In un precedente commento ho calcolato il
beneficio "teorico" pro capite nel caso in cui lo Stato mettesse a disposizione risorse sufficienti a tutti i comuni fusi: i prime tre anni 110 €/residente; dal 4° al 10° anno 94 €/residente; dall'11° al 15° anno 15 €/residente.
Ad oggi le fusioni istituite fino al 2015, che beneficiano del fondo statale sono 28
FONTE per un totale di 10milioni di euro. Il fondo
a ripartizione disponibile è di 30milioni di euro
FONTE . Ci sono quindi ampi margini di utilizzo, ma...
I comuni che si sono fusi nel 2016 sono stati 27 e quelli che potrebbero fondersi con decorrenza 1/1/2017 potrebbero essere almeno 150 (già in essere 157 progetti di fusione, alcuni non si concretizzeranno ma da qui a là altri se ne aggiungeranno)
FONTE .
Per fare un esercizio mentale, consideriamo che ogni comune possa beneficiare in media di 10.000.000 : 28 = 360.000 €/anno
Dall'anno prossimo sarebbero quindi necessari fondi per 360.000 x (28+27+150) = 74milioni di euro. Ma il fondo
a ripartizione è di soli 30milioni.
Ecco che la fusione di PonteVigo NON partirebbe con i contributi del valore fino ad ora divulgato ma con valori più che dimezzati. E quanto poi ancora si ridurranno negli anni successivi quando altri comuni si fonderanno?
E' quindi assolutamente necessario che nelle mie valutazioni
la valenza dei contributi abbia il peso che deve avere, marginale, molto marginale, anzi...
dovrò ben valutare se i costi derivanti dalla fusione (quelli dovuti alla riconversione di due strutture in una) e quelli che graveranno sui cittadini a causa dei servizi che nel tempo verranno accorpati in una sede piuttosto che nell'altra (vedi ed es. asilo nido)(
costi forse ancor più pesanti dei precedenti ), verranno compensati, per un certo periodo dagli (aleatori) contributi, e successivamente dalle economie di scala. Così a caldo, ragionando nel lungo periodo, e attenuandosi l'iniziale favore che avevo per la fusione, ho qualche dubbio, ma... prima di
"farmi persuaso"... l'approfondimento continua.