Fusioni e coerenza politica
Biblioteca comunale
Badante cercasi..
Mensa scolastica
Fusione comuni
Rassegna stampa
E' il confronto che ti fa capire dove sei e dove potresti essere!
Parola di sindaco
Referendum locali "su questioni a rilevanza generale, interessanti l’intera collettività comunale"
Servizi pubblici a domanda individuale
Mensa scol. Entrate | Mensa scol. Uscite | Peso pubblico Entrate | Peso pubblico Uscite | Centro educ. Entrate | Centro educ. Uscite | Totale Entrate | Totale Uscite | Copertura | |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
2016 | 52.000 | 62.000 | 7.000 | 1.000 | 15.000 | 20.000 | 74.000 | 83.000 | 89,16% |
2015 | 57.730 | 61.464 | 8.000 | 1.000 | 10.000 | 22.000 | 75.730 | 84.464 | 89,66% |
2014 | 53.100 | 55.280 | 8.000 | 1.000 | 13.440 | 30.000 | 74.540 | 86.280 | 86,39% |
2013 | 54.150 | 55.280 | 8.000 | 1.000 | 8.800 | 27.334 | 70.950 | 83.614 | 84,85% |
2012 | 68.000 | 68.000 | 6.000 | 1.163 | 7.000 | 24.834 | 81.000 | 93.997 | 86,17% |
2011 | 66.850 | 78.000 | 9.000 | 1.551 | 8.000 | 22.400 | 83.850 | 101.951 | 82,25% |
Marco Boselli
Ziano invece grazie alla sue colline e ai suoi vigneti ,ha mantenuto la sua caratteristica di zona agricola e vinicola ,che ha portato benessere e lavoro-Provate a pecorrere la strada che da Borgonovo va a Sarmato:cascine abbondonate ,stalle vuote. e campi coltivati a singhiozzo- Io capisco gli abitanti Ziano : hanno difeso il loro lavoro .
E' un atteggiamento che non comprendo e che ritengo sostenuto più dal sentirsi circondato da altri che hanno questa posizione più che da motivazioni di merito.
Nel futuro non ci sarà più necessità di interfacciarsi fisicamente con gli uffici, la convergenza nella digitalizzazione si è avviata da anni, ce ne vorranno molti per arrivare ad un sistema efficiente; idealmente in un futuro remoto l'identificativo "comune" potrebbe anche non esistere più. Non si perde nulla con questo processo, è una fase intermedia tra ora e poi, rinunciarvi significa perdere tempo. Abiteremo sempre nello stesso posto che si chiamerà sempre allo stesso modo, conosceremo sempre le stesse persone, solo cambierà una sigla su un documento. Se vogliamo sostenere le nostre zone secondo me non è per niente positivo spingere contro questo tipo di cambiamenti, non vedo niente di più ma solo di meno. A livello psicologico per alcuni può essere difficile accettare che si possa condividere qualcosa con chi abita addirittura al di là di un torrente; ecco, in democrazia questa parte della popolazione non credo porti vantaggio alla collettività, per cui, per quanto posso, la invito a riflettere sui motivi dell'astio piuttosto che sui motivi a favore perchè penso che se non si è contrari a qualcosa sia meglio essere favorevoli che neutrali, l'inerzia è una brutta roba.
La partecipazione secondo me è anche (in realtà soprattutto) il ruolo che ognuno mette nel pensare oltre a sè stesso, non sedersi in 100 in una stanza a far finta di ascoltare degli oratori per poi andarsene senza aver apportato o assorbito niente.
Senza offendere nessuno, ma non credo si possa ragionare dell'argomento in questi termini.
Alla stessa maniera, non reputo corretto bollare negativamente coloro che hanno vedute diverse dalla propria (cosa che mi sembra di non aver mai fatto).
Anni fa si diceva che fosse "futuro" l'esatto opposto: federalismo, decentramento e autonomia.
E tutti a sostenere tale tesi, etichettandola come unica soluzione possibile e imprescindibile.
Oggi siamo passati al fronte opposto; e non troppo casualmente gli atteggiamenti sono gli stessi.
Secondo me conviene riflettere attentamente, in modo obiettivo (quindi lasciando perdere la retorica, la psicologia, le gabelle, il "ma che bello il Comune unico!" e quant'altro), e concentrarsi sul merito dell'oggetto, quindi porsi l'unica grande domanda: conviene o non conviene (nel senso più ampio del termine) fondersi con Vigolzone?
Visto che si parla tanto di contributi ed alleggerimento dei costi come principali motivi per unificarsi, scrutiamo i bilanci di chi, come il Comune di Valsamoggia, ha già effettuato una fusione e verifichiamo la correttezza o meno di quel che ci sentiamo dire.
Dopodiché, tiriamo le somme.
Saluti.
Sono sempre stato contrario alla devoluzione, così come sono contrario ai campanilismi, per cui non cavalco carri. Non penso agli introiti economici della prima ora (se ci saranno ne saremo peraltro tutti contenti, favorevoli e contrari), ma alla possibilità di avere magari uno o due assessori in più che possano avere più tempo da dedicare alla gestione della cosa pubblica. Gestire due comuni non comporta lavoro doppio: tutti i contratti si fanno una volta sola, e portano via la stessa quantità di tempo. Un altro vantaggio che vedo è di poter aver un bilancio più sostanzioso che consente, magari ad anni alterni, di investire in opere attualmente non alla portata nè di ponte nè di vigolzone, oltre che quanto detto sopra. Ma, al contrario, cosa comporta rimanere pontolliesi d.o.c.? Io credo chiudersi in un concetto di popolino novecentesco che difende i confini orgoglioso di poter offrire quel qualcosa in più del vicino, posto che ci sia, fintanto che il vicino non mette la quinta (ormai anche la sesta) e ti saluta lasciandoti nel tuo bell'orgoglio. Secondo me l'unità "definitiva" non sarà "Pontone", ma il "Valnurone", che sappia coordinare e disponga dei mezzi (anche economici) per farlo un territorio che sta diventando sempre meno interessante (io credo soprattutto per incuria, menefreghismo e campanilismo sterile).
1) Per Davide.
Il ragionamento è degno di nota, pur non trovandomi d'accordo con esso.
Descrivo quelle che ritengo esserne le criticità e attendo con piacere una replica.
Efficienza può esserci anche senza accentrare e, in ogni caso, un numero doppio di abitanti non può essere gestito con lo stesso personale di un solo ente (i margini effettivi di risparmio, infatti, sono tutti da verificare, nel caso vi fossero).
Sulla massa critica potrei essere d'accordo, ma lo trovo un concetto abbastanza astratto: intendi per bandi e finanziamenti regionali/statali? (però li contano i progetti, non le dimensioni demografiche), oppure magari per trattare ad esempio con IREN (qui sicuramente conta qualcosa)?
Sugli investimenti maggiori ci andrei cauto: è pur vero che il bilancio è più corposo, ma anche i costi e gli oneri aumentano (cresce tutto in proporzione).
Per quanto riguarda gli assessori, temo che non sarà come tu auspichi, a meno che non muti la legislazione in materia: i Consiglieri dai 3000 ai 10000 abitanti sono sempre 12, quindi anche gli assessori non aumentano di numero.
2) Per Vale.
Il commento mi ha fatto considerare un aspetto che ancora non è stato esaminato.
Tralasciando per ovvie ragioni la sfera privatistica personale, la questione dehli insediamenti produttivi è importante e ciò che è stato detto potrebbe essere veritiero: a Vigolzone vi è una disponibilità maggiore di aree rispetto a Ponte Dell'Olio e, per forza di cose, il Sindaco dell'ipotetico Comune fuso immagino che possa al 90% individuare proprio in Vigolzone un'eventuale nuova zona di ampliamento industriale.
Logicamente, pure gli insediamenti abitativi seguirebbero a ruota questa decisione, a discapito del nostro paese.
3) Per Giuà.
Mi si perdoni l'intromissione, ma il fatto che sia ipotizzabile una polarizzazione delle possibili nuove attività produttive non può essere un qualcosa di poco conto, a mio modesto parere.
Immaginate se accadesse adesso, a Comuni separati: l'opinione diffusa sarebbe alquanto negativa e non comprendo come questa possa ribaltarsi solo perché vi sarebbe una fusione.
Capitolo delocalizzazioni: esistono ancora tanti imprenditori che non ricorrono alla delocalizzazione e preferiscono produrre in loco.
Il compito degli amministratori, oltre a predisporre gli idonei spazi, deve essere quello di creare le condizioni fiscali ottimali (il che è realizzabile anche senza prima fondersi!).
Sulla questione del "rappresenta il futuro", rimando al commento precedente a questo, mentre sui consigli per gli acquisti (o le vendite) non mi intrometto.
Infine, sui minori costi derivanti dal ridimensionamento amministrativo nutro grossi dubbi (rimando al mio blog per spiegazioni tecniche).
Sui valori assoluti degli investimenti hai ragione, però teniamo sempre presente che se concentro da una parte, naturalmente lascio scoperta l'altra.
Un buon gruppo di lavoro dovrà avere la capacità e la bravura di saper gestire pure questo aspetto (l'importante è la trasparenza e il parlar chiaro).
Concedimi comunque di spezzare una lancia in mio favore.
Gli investimenti sarebbe possibili farli anche a Ponte Dell'Olio singolo, nonostante la solita ripetitiva manfrina del "non ci sono soldi": basterebbe avere le idee chiare (che sinora non ho visto). Se si è consci di ciò che va fatto, si riesce a gestire le risorse (poche o molte che siano) e programmarle di conseguenza.
Se, al contrario, non si sa dove sbattere la testa, il rischio è che si finisca col non fare mai niente.
Ad esempio, sul mio blog personale ho parlato a più riprese di quelle che, dal mio punto di vista, ritengo essere le priorità (non le ripeto per evitare di dilungarmi troppo): toccasse a me amministrare, orienterei il mio agire al perseguimento di tali obiettivi (e, se non tutti, almeno qualcuno sarei certo di realizzarlo).
Normalmente la fa chi è in campagna elettorale o chi si vuole candidare: Io, salvo eventi eccezionali, per l'eventuale Comune unificato non sarò in campo, mentre per il meno eventuale Comune singolo, al momento, avrei poche certezze di esserci.
Mi limito a raccontare ciò che tutti hanno potuto vedere in questi quasi due anni di amministrazione: nulla di memorabile, che possa far dire agli storici "questa cosa la ha fatta X" (non è un'offesa, bensì la verità).
Tornando a noi, Ponte Dell'Olio sarebbe l'epicentro del nuovo territorio, ma la parte attualmente di Vigolzone che fiancheggia il nostro territorio sulla sinistra non credo possa portarci qualche tipo di vantaggio particolare.
Comunque sia, l'ampliamento industriale a Vigolzone sarebbe per noi un problema anche a Comune fuso, in quanto gli insediamenti abitativi privilegerebbero quella zona rispetto alla nostra (diventeremmo una sorta di periferia).
Entrare nei processi decisionali apre sempre nuove opportunità, ma qui ci riallacciamo al punto sugli amministratori (dove ti davo ragione).
Ad ogni modo, lascio scritto questo mio sentore alla cronaca di Ponteweb, in attesa di compimento (ne sono convinto al 90%): a Comune fuso, la prossima amministrazione non punterà allo sviluppo industriale/produttivo nel territorio pontolliese, ma si concentrerà quasi esclusivamente su Vigolzone, sulla medesima riga di adesso.
1) Per Davide.
Come non darti ragione sui 5 minuti, però per una persona che deve scegliere dove andare ad abitare sembra che contino più di quanto dovrebbero: anche a Vigolzone ci sono case sfitte e aree residenziali libere, quindi se uno trova lavoro lì, verosimilmente si stabilisce lì.
Alla lunga, ma su ciò credo che un Comune possa fare ben poco, è possibile che i proprietari pontolliesi di immobili sfitti e/o destinati alla residenza temporanea, stante una preferenza per Vigolzone dei papabili nuovi abitanti, possano ricorrere ad un abbassamento dei prezzi di vendita o affitto al fine di aumentare l'appetibilità e attrarre famiglie.
Naturalmente, quando un bene come la casa perde valore e si svaluta è sempre un male, perché significa che il mercato è in contrazione (non dovremmo arrivare a tanto!).
Del miglioramento dei servizi ne sentiamo tanto parlare, ma sempre in maniera astratta: quelli attuali sono migliorabili? in che modo migliorarli? fino a che punto un ente pubblico può agire? Io, per citare un esempio, sarei per internalizzare la mensa scolastica e renderla a \"km 0\", ma non so sinceramente quanto possa impattare (nonostante il servizio in sé migliori).
Il discorso è ampio e andrebbe approfondito (nei commenti è difficile).
2) Per Fabrizio.
Ciao Fabri, in modo molto semplice, intendevo dire che se una delle due aree diventasse di fatto il polo industriale e abitativo del nuovo Comune, conseguentemente l'altra diverrebbe una sorta di Zona B, pressoché ferma dal punto di vista lavorativo e demografico, se non addirittura in recessione.'
Se mai si paventasse tale possibilità, ne trarremo le conseguenze, però essa non può essere utilizzata come pretesto per puntare la pistola alla nuca delle persone.
Anche perché, pur essendoci qualche disegno di legge depositato in Parlamento a tal proposito, tale evoluzione normativa sembra ancora molto lontana, ammesso che divenga realtà in futuro (la vedo dura, ma è un'opinione personale).
1) Per Fabrizio.
Tranquillo, lungo o corto non è importante.
Provo a risponderti per quel che è il mio modo di vedere le cose.
Non credo sia questione di grandezze demografiche, così come non lo sia di servizi, in quanto le prime sono simili fra i due Comuni e i secondi altrettanto.
Sui servizi, soprattutto, va detto che quelli sono e quelli rimangono, siccome la fusione non permette di aumentarne l'offerta (che senso avrebbe introdurne di nuovi per alcuni anni e dopo toglierli?).
Ponte si sta già deprimendo economicamente e demograficamente (i numeri del DUP sono chiari).
Sulla questione della periferia, non penso si possa ragionare del nostro paese come di una zona periferica di una grande città (paragoni non fattibili).
È ovvio che prima o poi arriverà anche un periodo di espansione economica (fuori dall'euro!) e, magari, quando sarà il momento, il futuro Sindaco opterà per espandere la zona industriale dove vi sarà spazio, ossia a Vigolzone, sfavorendo per ovvie ragioni Ponte.
Inutile girarci attorno e negarlo: la gente va dove c'è lavoro.
Possiamo mettere tutti i migliori servizi del mondo, ma senza posti lavorativi non si stabilisce a vivere da noi nessuna famiglia.
Infine, relativamente all'ambito di gestione urbanistica su area vasta, conoscendomi sai già di trovarmi in disaccordo: sono avverso alla logica del "sempre più grande".
Non vorrei arrivare al punto che mi si dica di abolire tutto e tenere solo lo Stato centrale.
2) Per John Connor.
Suvvia, non esageriamo adesso.
Mi sembra che nessun piccolo Comune, men che meno Ponte Dell'Olio (che tanto piccolo non è affatto!), sia in fallimemto o immobilizzato.
Al contrario, vedo tante amministrazioni che, senza lamentarsi continuamente delle risorse limitate, si adoperano e cercano di produrre comunque qualcosa di buono.
Non ti offendi vero, se ti dico che la tua visiome futura della nostra realtà nazionale è un pò troppo orwelliana?
Vedrai, carissimo John, che se nel 2018 mandiamo al potere un Governo come si deve, che ci liberi dalla maledizione dell'austerità, tante cose cambieranno e i Comuni avranno molte più possibilità di quante non ne abbiano adesso.
Nel frattempo, anziché abolire questi ultimi per allontanare il cittadino dalla res publica, converrebbe programmare e gestire sapientemente il denaro che si ha (poco o molto che sia).
Concludo con una riflessione.
Guarda caso, il partito che da Roma tenta di mettere in ginocchio i Comuni è lo stesso che spinge assiduamente per le fusioni.
Chissà come mai, eh?!
Meno potere hanno i cittadini, più qualcuno è contento.
"lavoreremo un giorno in meno , ma guadagneremo come se lavorassimo un giorno in più"
Per distacco il migliore della discussione (giuro sono morto dal ridere!).
Titti Sindaco, subito!
2) seuguendo giornali e TV in merito alle elezioni aMMINISTRtive delle maggiori città ,lo spettacolo della
nostra classe politica è o da suicidio di massa o dal bazuka.