Le liste che si propongono per amministrare un Comune, debbono dichiarare, con un atto scritto, il proprio
programma amministrativo: un elenco di azioni che la lista, se eletta,
si impegna a realizzare. Cosi è disposto dagli articoli 71 e 73 del d.lgs n.267/2000.
Nel programma amministrativo della lista Pontolliesi per Ponte (protocollato in data 26/04/2019 e qui consultabile
FONTE ) è scritto:
“Al fine di dare un segno di discontinuità rispetto alla situazione attuale, riteniamo di nominare la figura del Presidente del Consiglio Comunale, che sia garante di una democratica gestione dell’assemblea e quindi tenuta distinta da quella del Sindaco. ” ... “In quest’ottica assicureremo ai nostri concittadini il raggiungimento di questi obiettivi, a costo zero in termine di impegno di spesa ma dall’alto ritorno in termine di adesione al procedimento decisionale e alla vita pubblica di Ponte dell’Olio e segnatamente: - Nomina del Presidente del Consiglio comunale in una persona diversa dal Sindaco, tale da assicurare il rispetto del ruolo delle minoranze”.
E’ ben evidente lo scopo del punto programmatico:
“assicurare il rispetto del ruolo delle minoranze” eliminando il conflitto tra ruoli (Sindaco e Presidente del Consiglio) a
“garanzia di una democratica gestione dell’assemblea”.
Per partorire un nome non sono bastati i nove mesi trascorsi dalle elezioni ad oggi e ci chiediamo: non essendo la nomina del Presidente condizionata da reperimento di risorse, ed essendo in gioco un principio fondamentale quale la garanzia di una democratica gestione dell’assemblea e il rispetto del ruolo delle minoranze, cosa, o chi, impedisce alla Maggioranza consigliare (Capra, Bisagni, Dameli, Maggi, Filios, Calandroni, Ballotta, Callegari e Chiesa) di
tenere fede all’impegno solennemente preso in campagna elettorale, e formalmente protocollato e consegnato agli archivi della storia politica della nostra comunità?
Saluti a tutti
Marco Boselli